sabato 27 aprile 2013

IVA, IMU. Ma ‘ndo imu?


I calcoli dicono che l’ulteriore aumento dell’IVA dal 21 al 22 per cento previsto per il prossimo luglio costerà mediamente 103 euro all’anno per una famiglia normale, che vive cioè con un reddito sufficiente per pagare affitto, bollette, cibo e pochi altri consumi. Il calcolo non è difficile: se una famiglia di tre persone spende circa 500 euro al mese per il vitto, l’aumento comporterebbe un aggravio dei costi di 5 euro, cioè 60 all’anno. In una famiglia nella quale il mangiare rappresenta una delle spese più sostanziose. Altro discorso, invece, per le spese finalizzate a importanti o grandi acquisti: se vuoi comprarti un modello della Jaguar (ho dovuto cercare in rete i listini), che costa tra 50 e 60 mila euro, quell’1% rappresenterebbe 500 o 600 euro. E siccome chi si compra il modello della Jaguar è attento alla lira (!) proprio non gli va di dover cacciare tutti quei soldi in più. No, guardate, non è uno scherzo: la preoccupazione di chi vuole abolire l’aumento è proprio questa: che potrebbe colpire i consumi di lusso. La dimostrazione ulteriore è che l’abolizione dell’aumento significherebbe un costo per l’erario di due miliardi per il 2013 (un semestre) e di quattro per il prossimo anno. Dove si trovano questi soldi? Beh, semplice: basterebbe chiedere alla Fornero una consulenza per aumentare il numero degli esodati!


Più o meno identico ragionamento vale per la questione IMU. Ripetendo ancora una volta fino alla noia che parlare di prima casa è una sciocchezza (semmai di UNICA casa, e sempre che non sia di lusso), l’abolizione come la vuol fare Berlusca (dovrà risolvere che cosa considerare prima casa fra le tante che ha!) costa 4 miliardi per ogni anno a venire, più i quattro che sarebbero necessari per la restituzione che un po’ di pensionati babbioni stanno ancora aspettando davanti agli uffici postali. Dove trovare i soldi per questa grande impresa? Ci si potrebbe rivolgere a Pietro Ichino e farsi dire in che modo fregare ancora un po’ precari e lavoratori a tempo indeterminato e il problema sarebbe facilmente risolto.
Adesso attendiamo le decisioni del governissimo. Dopo le tanti lodi sperticate sulle novità introdotte (lodi davvero esagerate a guardare le facce, e soprattutto i curricula di un po’ di ministri: e non sono ancora arrivati i sottosegretari!) sarà davvero interessante conoscere le soluzioni inventate per i due problemini.

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